Per chiarire a tutti la forma di design che professa, Matteo Ragni ha pensato di imprimerla nello slogan “We Design for better days” che sintetizza tutta la carica di energia creativa ed ottimismo per un futuro migliore che lo anima.
C’è un mondo che va osservato, non ignorato con la scusa di fare del design. E’ dalla relazione che instaura col mondo, con le persone e con le aziende che il designer trae grande ispirazione e trova il senso di un pensiero etico che lo accompagna in ogni scelta progettuale. Il disegno è già lì, nelle teste dei designer sempre piene d’idee che possono funzionare solo se si connettono in una relazione profonda e fattiva con l’ambiente circostante.
Recentemente Matteo Ragni ci ha dimostrato che un tombino (parliamo del modello “Sfera” dell’azienda Montini) può essere interpretato in modo espressivo e ironico e che per questa intuizione si può vincere un Compasso d’Oro (il secondo della sua carriera).

2B
Tombino Sfera; designer Matteo Ragni e Giulio Iacchetti per Montini (2012) È forse la prima volta che viene aggiunta una componente di design a questa tipologia di prodotto. Il lavoro di progettazione si è concentrato quasi totalmente sulla finitura di superficie dei chiusini in ghisa. Il progetto prevede inoltre di raccontare una storia, come nel caso del tombino con le zampe degli uccellini, indicato per giardini e parchi.
3B
Moscardino, designer Matteo Ragni e Giulio Iacchetti per Pandora Design (2000) Questa posata ecologica usa e getta è il progetto più economico che abbia vinto il Compasso d’Oro. Pensata per riunire in sé le funzioni della forchetta e del cucchiaio, questa posata usa e getta sintetizza in un unico artefatto due degli attrezzi indispensabili per portare il cibo alla bocca. I rebbi della forchetta diventano impugnatura del cucchiaio, che a sua volta si fa impugnatura della forchetta, in un rapporto di perfetta reversibilità. L’invenzione progettuale è funzionale ai mutamenti in atto nella pratica della nutrizione (mangiare in fretta, in piedi e in maniera informale). Di ridotte dimensioni, adatta anche ai bambini, questa posata è realizzata in Mater-bi, una bioplastica ricavata dall’amidodi mais completamente biodegradabile.

Che il suo sguardo non sia fermo al presente, lo si capisce anche dal suo progetto TobeUs (marchio di macchinine in legno prodotte artigianalmente) un manifesto sul valore dell’uso consapevole degli oggetti e sull’idea che i giochi sono importanti, talmente importanti che è meglio che contengano idee, valori, speranze utili a immaginare un avvenire in cui il consumo diventi pensiero e scelta.

4B
Lavorazione Macchinine TobeUs – Foto © Max Rommel TobeUs è nato come uno sfogo di un designer diventato padre che non sopporta la vista dei propri figli che usano dei giochi per poche ore, per poi distruggerli o non guardarli più. La soluzione più semplice secondo Matteo Ragni è dare ai bambini la possibilità di imparare ad amare un oggetto. Quindi è ovvio scegliere il materiale giusto, un odore riconoscibile, un’indiscussa resistenza agli urti e alle sperimentazioni e, quando giunge il momento, una fine dignitosa: riciclo o riuso. Ecco com’è nata l’idea di TobeUs: macchinine in legno di cedro, forti e profumate, belle e intelligenti perché progettate da designer bravi e appassionati.
5B
Macchinina “la Romantica” della collezione TobeUs, designer: Matteo Ragni (2008) Successivamente TobeUs diventa sinonimo di un modo di progettare e di fare nuovi oggetti. E così i designer che vogliono disegnare la propria TobeUs si moltiplicano. Tutti sembrano avere nel cassetto l’idea di una macchinina di legno. Cento designer internazionali, fra i più bravi del mondo, si sono prestati a “giocare” con TobeUs, dando vita a una collezione di cento macchinine in legno, progettate con fantasia, semplicità e il desiderio di lanciare un messaggio di sostenibilità e allegria a grandi e piccoli. Perché il gioco è una cosa seria! Ma attenzione: TobeUs si costruisce con due tagli in un ceppo di legno di misura sempre uguale, quindi un esercizio progettuale che impone limiti ben precisi.

Nel suo studio di Milano Matteo Ragni ci ha parlato della maniglia che ha disegnato per Colombo Design, una delle novità che entreranno a far parte della collezione.
L’inizio della collaborazione con il designer risale al Fuorisalone 2014, quando Colombo Design ha partecipato al progetto “Woo&More” dell’azienda emiliana Alpi, un invito a guardare i materiali con una prospettiva più ampia aprendosi a nuove sperimentazioni come per esempio l’unione di elementi differenti.

6B
Maniglia Spider, designer: Matteo Ragni (2014)

La maniglia in questione si chiama Spider ed è realizzata in legno ed in ottone, due materiali che combinati ad una buona dose di design hanno originato un prodotto dalla doppia anima: le linee rigorose del fronte diventano morbide sul retro, dove la mano abbraccia la maniglia. Una proporzione classica, alla ricerca di un progetto impeccabile in cui l’innovazione tipologica insegue l’abbinamento perfetto con il materiale delle porte.

7B
Maniglia Spider, designer: Matteo Ragni – Foto © Colombo Design

Da cosa sei partito per la progettazione della maniglia Spider?
Una maniglia a mio avviso deve essere una compagna discreta della nostra vita, deve fare il suo dovere senza “urlare” e rischiare a lungo andare di stancare. In questo caso ho cercato però anche ’inaspettato: un disegno frontale rigoroso, rassicurante  e visivamente neutro nasconde una piccola sorpresa.  una volta impugnata la maniglia,  la mano trova appoggio su un corpo raccordato che rende piacevolmente comoda la presa.

In un’intervista hai detto di aver usato la forma “quadroide” non solo per la nostra maniglia, ma anche per la realizzazione di altri prodotti: ce ne parli di uno in particolare?
L’iperellisse, che io chiamo in modo inappropriato “quadroide”, è una piccola ossessione che mi porto dietro da anni; non un cerchio, non un quadrato, nessuna linea retta. Un progetto emblematico è quello dell’orologio da polso Vigorelli che ho progettato per Lorenz. la cassa è “quadroide”, mentre il quadrante interno è una circonferenza; il raccordo tra le due sagome crea una parabolica che ricorda la pista del famoso velodromo milanese.

8B
Disegno preparatorio della serie Spider

Hai descritto l’utilizzo del legno Alpi per la realizzazione della maniglia Spider come un modo per enfatizzare l’idea di design totale: cosa intendi?
Da sempre cerco di creare dei piccoli cortocircuiti nel fare design; mi piace ad esempio l’idea che un materiale caldo e naturale come il legno possa “impossessarsi” di altre superfici come quella di una maniglia che solitamente ha una finitura “fredda”.
Quest’anno ho sperimentato anche un’applicazione inedita, impiallacciando il vetro a specchio in una serie di arredi per Tonelli, ottenendo degli effetti percettivi e tattili molto interessanti. 

Due mesi fa ti è stato assegnato il secondo Compasso d’Oro della tua carriera per l’ideazione di un tombino: quale ritieni sia l’elemento dell’arredo urbano sul quale le città dovrebbero investire maggiormente?
In primis le panchine nei centri urbani che solitamente sono dislocate in posizioni non progettate secondo il comune buon senso (vedasi panchine in mezzo a piazze enormi sotto il sole cocente e ben lontane da alberi). Credo ci sia molto spazio per la progettazione di nuove tipologie che favoriscano l’interazione tra le persone e che aumentino il comfort e la fruibilità in diverse ore del giorno e stagioni.

L’arredo urbano è il biglietto da visita di una città; in questa prospettiva, qual è la città che ti ha colpito maggiormente?
Personalmente adoro i tombini stradali di New York, per le loro texture e soprattutto per le loro dimensioni, oltre che a quel famoso effetto ciminiera che mi fa sempre pensare che sotto terra ci sia un’altra città segreta. 

Descrivi il tuo stile come lo descriveresti ad un tuo amico.
Non è questione di stie ma di buon senso. 

Esiste un oggetto che non potrà mai diventare di design?
Tutti gli oggetti sono di design, la differenza è solo che alcuni sono di buon design, altri di cattivo design. 

Qual è il primo e l’ultimo oggetto di design in cui ti sei imbattuto ieri?
Il primo il mio Iphone per spegnere la sveglia, l’ultimo il mio Iphone quando lo spengo prima di dormire.

Cosa conosci ora che avresti voluto conoscere quando avevi 21 anni?
Me quarantenne. 

Ci descrivi il tuo prossimo progetto?
Un casolare in mezzo ai colli pesaresi dove vivere e lavorare con la mia famiglia, i ragazzi del mio studio e giovani talenti che condividono la passione per il buon progetto (un futuro molto prossimo che ho cominciato a vivere da un paio di giorni).

E nel futuro delle maniglie cosa vedi?
Vedo maniglie, sicuramente senza serratura tradizionale (finalmente basta mazzi di chiavi in tasca!), magari con meno fisicità, ma sicuramente con grande carica di significato.

Matteo Ragni nel suo studio a Milano – Foto © Colombo Design. Matteo Ragni si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano. Nel 2001 ha vinto con Giulio Iacchetti il Compasso d’Oro ADI per la forchetta/cucchiaio biodegradabile “Moscardino”, ora nella Collezione Permanente del Design presso il MOMA di New York.Nel 2008 ha vinto il Wallpaper Design Award ’08 per la lampada da tavolo/ferma libri Leti prodotta da Danese. Sempre nel 2008 ha fondato TobeUs, marchio di macchinine in legno prodotte artigianalmente in Italia un marchio che vuole essere un manifesto per un consumo consapevole e che spesso si occupa di workshop e mostre itineranti. Per la casa editrice Corraini ha pubblicato “Camparisoda: l’aperitivo veloce futurista, da Fortunato Depero a Matteo Ragni” per celebrare i 100 anni del Futurismo e, nel 2012, il libro “Wallpaper Celebrations”. Sempre nel 2012 ha vinto il Premio Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi” per il progetto W-eye. A fine 2013 si è tenuta all’Istituto Italiano di Cultura di Toronto una mostra celebrativa sulla sua attività dal titolo “Matteo Ragni: Almost 20 Years of Design”. All’attività di designer affianca quella di docente in diverse università internazionali, di art director (per Campari Soda, Alpi e Jannelli e Volpi) e architetto. Nel 2014 vince con Giulio Iacchetti il compasso D’oro con il tombino “Sfera” (prodotta dalla fonderia Montini), per aver interpretato in modo espressivo e ironico un elemento funzionale dell’arredamento urbano.